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Thursday, August 28, 2014

#cositorneremoricchi #festlett2014 #festivalletteratura #JeremyRifkin #culturalshock #digitaltrasformation


Jeremy Rifkin: "Così torneremo ricchi"

www.huffingtonpost.it/2014/09/01/story_n_5746282.html?utm_hp...
Jeremy Rifkin: "Così torneremo ricchi". L'Espresso. Pubblicato: 01/09/2014 10:12 CEST Aggiornato: 27 minuti fa. JEREMY RIFKIN. Espresso. Condividi · Tweet



  1. L'Espresso ‎- 22 ore fa
    È già così per quegli svariati milioni di pionieri che hanno trasformato le loro abitazioni e le sedi delle loro attività in microcentrali capaci 









  • www.festivaletteratura.it/download/programma/programma2014.pdf
    E buon Festivaletteratura a tutti. nicola sodano Sindaco di Mantova ...... Jeremy Rifkin, autore di La società a costo marginale zero – si sta spostando dalla.
  • Festivaletteratura

    www.festivaletteratura.it/eventi.php?data=sabato
    06/09/2014 - 10:00, Archivio di Stato di Mantova - Sagrestia della SS. Trinità, ingresso ... Italo Lupi non potrà essere a Mantova. Al suo posto, in ..... Jeremy Rifkin.
















  • http://www.aghenorblog.com/2014/07/02/digital-trasfomation-3-ostacoli-culturali-da-superare-2/

    Tuesday, August 26, 2014

    #RicordiamociDiLeggereIlgiornale: #lastampa #corrieredellasera #larepubblica .... #10punti #gianninirenzi #scuola #futuro

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    Cosa si chiede a una scuola moderna

    Marco Rossi Doria
    27/08/2014
    La Stampa
    Il premier fa molto bene a ripetere che il futuro dell’Italia è determinato dal futuro delle nostre scuole. Si vedrà quel che sarà fatto, a partire dal prossimo Consiglio dei ministri. Ma, intanto, una cosa è certa: sono finiti gli anni cupi del disinvestimento in istruzione, nei quali la nostra scuola veniva considerata una zavorra anziché il più importante degli investimenti.
    Ma quale scuola serve per il futuro? Per rispondere è davvero importante partire dai ragazzi. E dal migliore lavoro dei docenti. E da come le due principali risorse della scuola hanno saputo rispondere al lungo stallo italiano e poi alla crisi. Chi frequenta i ragazzi e osserva come crescono e imparano e ne ascolta i sogni e le aspirazioni, vede bene che viviamo una vera crisi educativa dovuta al frequente prevalere, nelle famiglie e altrove, della protezione rispetto alla promozione, alla diffusione di modelli adulti fragili e, poi, alla percezione, presso tanti giovani, che le posizioni di rendita nel loro Paese prevalgono sul merito e che l’impegno può essere vanificato. Ma vede anche che i ragazzi sanno apprezzare modelli adulti solidi se disponibili a un incontro autentico tra generazioni, che sia senza abbandoni né confusioni. Chiedono ascolto e riconoscimento. Ma accettano regole e limiti se sono giusti e chiari. Vogliono essere valutati senza finzioni e, se ciò accade, sono disposti a riconoscere le proprie debolezze e cambiare. A scuola come altrove i ragazzi imparano a impegnarsi quando sono partecipi di una comunità sana, capace di routine, rito, scoperta, reciprocità, riparazione. E chi fa buona scuola vede che, se le conoscenze di base vengono consolidate presto e bene, i ragazzi sono tanto più capaci di imparare quanto più il percorso di apprendimento, anche complesso, sa misurarsi con il creare, organizzare, esplorare con molti diversi media, nuovi e anche tradizionali, unendo mente e mani, ricerca, studio e azione. Ogni volta che ciò accade, viene riconosciuta la guida dei docenti, si impara di più emeglio, si cercano nuovi traguardi di conoscenza. Se i ragazzi sono ben guidati, fanno bilanci onesti di ciò che sanno o devono ancora imparare. E’ commovente vedere quanto sono contenti i nostri figli e nipoti quando – dalla scuola dell’infanzia fino al dottorato di ricerca – hanno superato delle prove a scuola accompagnati da insegnanti dediti e capaci. Così, è importante vedere come tanti ragazzi sanno molte cose, imparandole a scuola e – va detto – anche fuori da scuola, nel volontariato, nello sport o con lamusica, con gli amici, viaggiando, in famiglia, in esperienze di stage e lavoro; e come tutto questo diviene sapere se la scuola sa favorire l’intreccio tra quel che s’impara fuori e dentro. E’ altrettanto importante notare come i ragazzi che non hanno finito neanche le scuole superiori – sono stati quasi 3milioni negli ultimi 15 anni, una perdita paurosa per l’Italia – appena diventati adulti spesso richiedono di tornare ad imparare e di avere, però, il pieno riconoscimento di quanto hanno appreso nell’apprendistato, nel lavoro e nella vita. Vi è una grande «capacità ad aspirare» dei nostri ragazzi, che non vedono l’ora di uscire dal parcheggio dell’attesa. Ben più che in passato. Intorno a noi stanno, infatti, crescendo modi nuovi di mettersi in gioco appena usciti dagli studi: nelle imprese che uniscono ambiente, beni culturali, agricoltura, nuove tecnologie, nellemolte forme di auto-impiego spesso inventato tra coetanei, dove prevalgono le reti e i legami cooperativi rispetto alla tradizionale competizione, nei nuovissimi modi della produzione industriale e nel making, nei servizi in costante trasformazione, nell’insistenza nell’unire ricerca e lavoro, gratuità d’impegno e conquista di reddito e indipendenza, nonostante tutto. E’ dalla generazione successiva alla seconda guerra mondiale che non si vede un movimento simile. E sono le avversità dell’Italia immobile da troppo tempo e poi colpita dalla lunga crisi – vissute sulla propria pelle da questi ragazzi – a produrre, paradossalmente, il movimento e la speranza sulla quale creare una nuova scuola. Così, i caratteri di questa nuova scuola – da troppo tempo attesa e rimandata – appaiono via via più chiari. Gli edifici scolastici devono essere sicuri, con spazi aperti all’interno e verso fuori e attrezzati per favorire ogni tipo di laboratorio con molti diversi media. Va rafforzata la scuola della prima infanzia e il suo decisivo ruolo di dialogo con i genitori sui comuni compiti educativi. La scuola di base deve sempre più garantire a tutti un apprendimento precoce rigoroso. Le scuole superiori devono sapere unire studio e laboratorio a scuola con apprendimento pensato fuori, nelle città, in mezzo al nostro straordinario patrimonio culturale e naturale, frequentando i posti del produrre, ricercare, fare. Va strutturato il sistema di conoscenze e competenze richieste per livelli, raggiungibili a scuola o anche dopo la fine della scuola senza dover per forza bocciare ma facendo rigorosi bilanci di competenze che attestano ciò che sai e ciò che devi apprendere per poter accedere ai percorsi successivi. Le scuole devono avere più autonomia per dare stabilità e dignità sociale ai docenti, organizzare meglio un lavoro complesso e sempre meno standardizzato, capace di sostenere davvero le parti deboli, le inclinazioni e la scoperta delle parti sconosciute di ogni ragazzo. Va sostenuta la capacità dei gruppi docenti di gestire la relazione educativa, trasformare la didattica, promuovere comunità, sostenere le fragilità, dialogare tra scuola e altri luoghi dell’apprendere e famiglie, riconquistare alla scuola chi ne cade fuori. Per i luoghi della dispersione scolastica di massa va creata una forte regia nazionale. Va sostenuto e pagato il tempo di preparazione, formazione e riflessione dei gruppi docenti. La valutazione partecipata di tutto il sistema d’istruzione va estesa e migliorata. Se l’Italia saprà avviarsi presto su questa strada, ci sarà molto lavoro da fare ma la sfida potrà essere vinta  

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    shadow
    ROMA - Sono 120 mila, più ventimila tra bidelli e segretarie: costano quasi un miliardo all’anno e lavorano per coprire i buchi nell’organico della scuola. Sono i supplenti che venerdì Matteo Renzi e Stefania Giannini vorrebbero trasformare in nuovi assunti. Non tutti certo, per questione di costi e di risorse e anche perché non tutte le supplenze sono uguali: ci sono emergenze, brevi assenze e poi supplenze annuali che si ripetono negli anni, a volte anche per decenni perché la cattedra non è «disponibile» ma di fatto i supplenti si alternano in un posto che potrebbe essere fisso.
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    http://www.repubblica.it/scuola/2014/08/26/news/infografica_i_dieci_punti_del_cambiamento-94463896/?ref=fbpr

    http://www.repubblica.it/scuola/2014/08/26/news/riforma_scuola_giannini_riepilogo-94461134/

    http://www.repubblica.it/scuola/2014/08/26/news/piano_governo_rivoluzione_scuola-94445790/

    http://www.repubblica.it/scuola/2014/08/25/news/giannini_supplenze-94433397/?ref=HREA-1

    Sunday, August 24, 2014

    #WikiHouse: tutta utopia ?


    L’architecture open source

    Une habitation… fait maison ?
    L’architecture open source



    Dans un futur proche, les architectes pourraient bien être amenés à changer leurs plans… pour laisser chacun d’entre nous s’en emparer

    The Folk House

    Il ne s’agit cependant que d’une question de temps : à l’heure où l’imprimante 3D concurrence la bétonnière sur les chantiers, la seule différence entre l’architecture d’hier et celle de demain pourrait bien être… la connexion internet.

    http://www.wikihouse.cc/


    Thursday, August 21, 2014

    Malher - Symph. #1 - Columbia / Walter

    Mahler - Symphony n°1 - Columbia / Walter - YouTube

    www.youtube.com/watch?v=vDkf1nJk40g
    03/feb/2013 - Caricato da incontrario motu
    Bruno Walter was a friend of Mahler's, and the earliest champion of his music. Leonard Bernstein was a student ofBruno Walter and carried 

    Tuesday, August 12, 2014

    Nel 70° dell'eccidio dei 560 di Stazzema / #560Stazzema


    [THE SLAUGHTER]

    The victims’ list - Incomplete list


    http://www.santannadistazzema.org/sezioni/THE%20MEMORY/elenco_pagine.asp?Sez_ID=222&Box_ID=2528


    http://en.m.wikipedia.org/wiki/Sant'Anna_di_Stazzema_massacre






    https://www.flickr.com/photos/60258310@N03/5815572363














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    Sant'Anna di Stazzema: Napolitano, "uno spiraglio per la verita'"

    Sant Anna di Stazzema Napolitano   uno spiraglio per la verita
    10:24 12 AGO 2014

    (AGI) - Roma, 11 ago. - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella ricorrenza del settantesimo anniversario dell'eccidio nazista di Sant'Anna di Stazzema, ha inviato al Sindaco, Maurizio Verona, il seguente messaggio: "Desidero non far mancare in questa dolorosa e solenne giornata il mio memore, sempre solidale saluto alla popolazione di Sant'Anna di Stazzema insieme con la mia ammirazione per quanti continuano instancabilmente ad operare per la causa della verita' e della giustizia nel 70° anniversario di una strage che ha inorridito il mondo"


    https://www.agi.it/politica/notizie/sant_anna_di_stazzema_napolitano_uno_spiraglio_per_la_verita-201408121024-pol-rt10034


     E saluto con speranza il riaprirsi di uno spiraglio per la ricerca delle responsabilita' in sede giudiziaria nell'amica Germania.

    Sunday, August 10, 2014

    #wcet14annualmeeting - Nov 19-21 Portland, Oregon

    ANNUAL MEETING 2014
    NOV. 19-21 Portland, Oregon












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    BLOG
    http://wcetblog.wordpress.com/


    Maybe you’re into Casper and friends and want to go the Paranormal Investigation route.Organic Farmer
    Maybe you’d like to learn to grow your own organic vegetables, but don’t have your own row to hoe. This program at Washington State University allows you to learn the basics and then intern with an organic farmer, organic business, or organic certifying agency to get your hands dirty.
    You can become a leader in the energy industry, with a bachelor of applied science at Bismarck State College.
    Learn to help people undergoing dialysis by earning a certificate that provides both theoretical and practical training. Or become a surgical assistant and support surgeons in fields from obstetrics to neurosurgery.
    You can move up the healthcare ladder by earning your Nurse Practitioner degree through Duke University or Georgetown University
    Perhaps you’d like to be among the first Canadian Architects trained online?

    Thursday, August 7, 2014

    40 frutti diversi su un solo albero

    Syracuse professor grows 40 different fruits on one tree - YouTube

    www.youtube.com/watch?v=5kO6-PpgZ1M
    12 ore fa - Caricato da CBS This Morning
    Sam Van Aken, an art professor at Syracuse University, grafted the tree over nine years ...

    Wednesday, August 6, 2014

    Implementing Mobile Learning

    http://www.innovationexcellence.com/blog/2014/08/01/how-educators-around-the-world-are-implementing-mobile-learning/     What You Can Do

    How Educators Around The World Are Implementing Mobile Learning
    Improving access to mobile learning ultimately begins with educators themselves. Here’s how you can help make a difference in this important movement:
    1. Do more with less.

    Creative doesn’t always mean complicated. In developing countries, mobile connectivity has leap-frogged fixed line connectivity. Students and teachers who weren’t connected at all before now have access to the same volume of online materials that those of us in developed countries do.

    “By no means is that experience (on low-end devices) what you would get on an iPhone,” says Nickhil Jakatdar, who founded the successful mobile video company Vuclip five years ago. “But it’s way better than what one can imagine when one thinks, ‘Oh, it’s a small screen on a lower level network.’”

    When these students see a small screen, he says, they don’t just see a small screen; they see a great opportunity. And so should we. The shiny new tech phenomenon shouldn’t keep us from doing more with less.
    2. Encourage the use of apps that work on smartphones and basic phones alike.

    Vuclip already has about 45 million unique monthly users who log onto the company’s platform to watch mobile videos that automatically adjust their resolution and other features based on the level of each user’s network and device, especially for those with low-end devices. We need to focus more on using and creating quality apps that are compatible with multiple networks and devices.
    3. Advocate for clear policies.

    The uncertain policy moment plaguing most of the world does not exclude Australia and the U.S. Districts are bringing tablets into the classroom or allowing student to bring their own devices, but haven’t always set clear policies. Some schools, recognizing the ubiquity of mobile devices, are taking their acceptable use policies and shifting them to become “responsible use” policies, trying to teach students how to use their technology respectfully.

    Becoming active in your school’s mobile technology policy sends a clear message to leadership that you’ve considered mobile learning, want to engage with it, and have ideas surrounding the conditions under which it can happen.
    4. Help parents understand the benefits of mobile learning.

    Contrary to popular (parental) belief, mobile technology neither distracts learners nor disturbs learning environments –especially if it isn’t made taboo by authority figures.
    5. Create Open Educational Resources with a mobile, international audience in mind.

    Traditional course material should not be copied and placed on the Internet as an OER. Instead, it should be designed properly to facilitate flexible delivery. It should take into account cultural differences, different values, and different contexts of the learner. This means staying informed on a political and cultural level, or at least collaborating with someone who is.

    In addition, make your OER easy to locate. A 2011 study found that two major obstacles for teachers’ use of OERs are locating and finding the most appropriate resources. Tag your OERs properly so that anyone from anywhere can locate them.
    6. Use mobile tech to reinforce newly learned material.

    The biggest problem for new literates is forgetting what they’ve learned unless that knowledge is reinforced. In one project focused on literacy for young women in Pakistan, students would travel to a central location for lessons in Urdu, then return to their remote villages for several weeks. The only way to reach them quickly was through text messages, so teachers texted reminders to the girls about reading and discussion assignments. This practice has played a very important role in the teaching and learning environment since.
    7. Convince your colleagues it doesn’t have to be expensive.

    While data in developing countries has traditionally been more expensive for users to purchase than in developed nations, its price appears to be falling more rapidly during the past 12 months. Selling data in a packet model format similar to how it’s sold to smartphone users in the United States and other developed nations is gaining steam. This in turn may encourage users to have fewer concerns about the amount of data they consume, and thus seek more video content.

    Vuclip follows the two-tiered model that has become a standard for many startups: offering free services to most users while charging users who wish to purchase premium content and features, the rationale being that delivering educational content to developing countries will drive up the company’s user numbers.
    8. Make content easily digestible.

    The traditional course delivery structure, where vast quantities of information are transferred from teacher to student, doesn’t fly in the mobile world. Information is now recorded in an electronic format, allowing learners to access it anytime, anywhere rather.

    But this means the structure and length of courses must be re-examined. For example, courses could be designed as modules, about four to eight hours long. Each module could consist of several learning objects that are independent but linked together. After students complete the learning objects in a module, and have their learning properly assessed, they will have successfully completed it and can be given credit for that module.

    Along the same lines, Jakatdar says educational video publishers will need to shorten more of their clips into the two-to-three-minute range.

    “That seems to be the sweet spot of what a consumer can consume at any one stretch,” Jakatdar says. “The two-to-three-minute clip I expect will remain popular for quite some time.”
    9. Design content and choose platforms that can be used in the workplace.

    According to a survey by Vuclip, 41% of us consider career development their number one learning goal. Coupled with the fact that people are now using mobile devices throughout their lives, it only makes sense that we should design mobile learning platforms and course content to be easily transferrable from school environments to professional settings. If students know they will need to use these tools to build their careers in the future, they will be more receptive to them now.

    As an added bonus, it will be easier for them to continue their learning journey post-graduation.
    10. Provide input to software and hardware companies.

    Frequently, mobile applications are developed for business and entertainment rather than for education, forcing teachers to adapt the education system to fit the technology. This is why we need to provide input to both hardware and software companies to develop appropriate, multi-purpose mobile technologies that meet the needs of various sectors.
    11. Spend more time explaining content than creating it.

    A lesson on mathematics can be developed and validated by experts at one educational organization and placed on the Internet for everyone to access rather than having millions of teachers around the world developing the same lesson. When multiple teachers develop the same lesson on a topic, it is a misuse of human resources and a waste of teachers’ time. We should spend time tutoring students rather than duplicating the development of learning materials.
    12. Support your own professional development.

    To really achieve our mobile access goals, teachers need to stay informed. But this doesn’t have to be your district’s responsibility. You can become an active tech user yourself, following education blogs, or you can simply spend a few hours each month, reading new work from various research journals. However you choose to stay tech savvy is up to you, but you do have to be committed.
    13.

    Sunday, August 3, 2014

    #MyFirstEpub #JosephBeuys #NellOasiForesta #TarHeelReader

    Mia prima pubblicazione di un eBook ePub 
    (#faidate grazie a #TarHeelReader) §°§°§
    Link to read or download it:

    http://tarheelreader.org/2014/08/03/n


    (Cover)
    §°§°§

    Marco Caramori Marchetti Thanks to http://tarheelreader.org/
    tarheelreader.org
    WelcomeWelcome to the Tar Heel Reader, a collection of free, easy-to-read, and 

    Mia libreria

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