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Tuesday, October 30, 2012

Le tavolette riusciranno a far dimenticare il terremoto? [(RTW) A Mirandola si sperimentano nuove tecnologie didattiche nel triennio delle scuole secondarie di 2°..;-]



Per  chi desidera leggere il documento originale:
http://www.iisgluosi.com/attachments/494_Progetto%20Tablet.pdf
[...] TABLET IN CLASSE

Finalità
Ø Attuazione della norma che prevede l’acquisto del formato digitale dei libri di testo in alternativa al formato cartaceo;
Ø Introduzione di nuove metodologie della formazione mediante l’e-learning;
Ø utilizzo della piattaforma [...] della scuola per la condivisione della didattica e per il controllo [...];
Ø collegamento con la LIM di classe e utilizzo di materiali prodotti dall’insegnante;

Ø utilizzo di programmi per facilitare l'apprendimento
Ø nuovo stimolo allo studio ed alla partecipazione attiva sfruttando le nuove tecnologie piu accattivanti rispetto a quelle tradizionali;
Ø risparmio economico rispetto al libro di testo tradizionale, mediamente del 30% del prezzo di copertina;
Ø minore impatto ambientale (minore spreco di carta);
Ø riduzione del peso dello zaino sulle spalle dei ragazzi;
Ø migliore leggibilita rispetto al libro di testo cartaceo per chi ha disturbi visivi (si possono ingrandire a piacimento i caratteri stampa);
Ø possibilita per gli alunni con disabilita di sfruttare gli strumenti compensativi con maggiore facilita;
Ø facilita di reperimento dei libri in formato digitale rispetto a quelli tradizionali (direttamente da Internet);
Ø possibilita di maggiore scambio di informazioni tra docenti ed alunni (dispense, esercizi, esercizi di recupero, verifiche, ecc.);

[...]

Anno 2012/2013/2014
1) La scuola ( www.iisgluosi.com ) acquista con le donazioni dopo il sisma del 20 e 29 maggio una prima trance di almeno 100 tablet da utilizzare nelle classi del biennio e nelle classi terze di tutti gli indirizzi.
2) Saranno attivate delle 'luosi tablet week' nelle quali agli studenti saranno spiegate tutte le possibilità offerte dall’uso del tablet / ipad. La scuola fornirà una tablet in comodato per il periodo necessario alla prima conoscenza.
3) Le nuove scuole saranno strutturate con le aule in grado di tenere in sicurezza ed in carica i tablet degli
studenti.
4) Stipula della convezione con Alma Mater di Bologna per formazione e consulenza
5) Avvio di cl@ssi 2.0

Anno 2014/2015 e successivi
6) Fase di acquisto. Si propone alle banche un anticipo annuo alle famiglie per l’acquisto del tablet che le
famiglie stesse restituiranno in quota annuale sul risparmio del mancato acquisto dei libri di testo, in
formato cartaceo.
7) Saranno attivate sperimentazioni sulla didattica e progetti di primo livello


§ slideshare Gianni Marconato
http://image.slidesharecdn.com/ebookfestsanremo2012marconato-121027034459-phpapp02/95/slide-16-1024.jpg?1351327618

 

Wednesday, October 24, 2012

Come i network on-line possono trasformare le comunità [TRSL. + RTWT.]

Recenti studi hanno mostrato un calo di socializzazione con oltre il 70% delle persone che non hanno contatto con i loro vicini. La combinazione delle celebrazioni giubilari e le Olimpiadi ( http://www.guardian.co.uk/uk/2012/jul/24/queen-lunch-downing-street-prime-ministers ; http://www.london2012.com/ ) ha mostrato un quadro diverso, con 12 milioni di adulti che partecipano a manifestazioni locali e riunioni, e che in media, incontrano cinque persone vicine che non conoscevano prima. Ciò suggerisce che le persone non sono solo disposte, ma anche desiderose di connettersi con la comunità quando viene fornita una ragione o un'opportunità. Questo spirito comunitario
negli ultimi dieci anni
è confermato dalla crescita nelle reti on-line, con persone che si riuniscono per un interesse o un problema comuni. Da siti come Fan Fiction, dove le persone condividono e ottengono un feedback sulle loro storie, a gruppi di sostegno online come Netbuddy, che offre consigli per gli accompagnatori delle persone con disabilità e bisogni speciali, le persone si riuniscono a milioni per condividere conoscenze ed esperienze, ricevere sostegno e mettere in moto azioni. Mentre una delle caratteristiche - e punto di forza - di molte reti online è che i loro membri possono vivere a migliaia di chilometri di distanza; vi è un crescente interesse nell'utilizzo di reti on line per sostenere le comunità fisiche, per risolvere i problemi locali e galvanizzare l'azione locale. Alcuni esempi includono Streetbank che permette ai vicini di condividere strumenti, libri, DVD nonché scambio di competenze; Ecomodo che supporta ambienti di credito locali; Fix My Street, che incoraggia le persone a riferire e discutere problemi locali su discariche abusive o mancanze di illuminazione stradale. O come ad es Tyze che crea reti locali  personali on-line a sostegno di coloro che necessitano di cure a casa, o Transition Network che supporta e forma comunità per ridurre le emissioni di CO2. A Nominet Trust, siamo particolarmente interessati a come questi e altri network online attingono le risorse e come riorganizzano le comunità locali, utilizzando l' "online" per mobilizzare azioni "offline" (mondo fisico) quotidiano. L'aumento di reti on-line, che vanno dal globale all'iperlocale, ci aiuta a pensare in modo diverso su cosa  significa comunità
nel 21 ° secolo.
Comunità di interesse e di pratica si possono creare tra persone che vivono vicine o dall'altra parte del mondo. L'unico requisito è condividere la motivazione, avere una preoccupazione comune, un reciproco interesse. Già milioni di persone stanno creando e utilizzando la tecnologia digitale per unirsi e per aiutarsi a vicenda e per cercare di dar forma al mondo intorno a loro. I network online non possono essere sempre essere visibili come il
pavese del giubileo in una strada in festa, ma (essi) sono già capaci di promuovere nuove forme di comunità e di consentire la collaborazione per il bene sociale su una scala affatto significativa.

Annika Piccolo
(amministratore delegato di Investor sociale, Nominet Trust).

 online communities
How online networks can transform communities

The Olympics and jubilee helped neighbours meet up, but digital technology can help continue a sharing of interests and activities
Online networks can bolster physical communities. Photograph: Stockbyte/Getty
Recent surveys have shown a dwindling in community spirit with more than 70% of people having no contact with their neighbours. The combination of the jubilee celebrations and the Olympics showed a different picture, with 12 million adults taking part in local events and meeting on average five neighbours they didn't know before. This suggests that people are not only willing, but keen to connect with their community when given a reason or opportunity.
This community spirit is borne out by the rise in online networks over the last decade with people coming together over a shared interest or issue. From fan fiction sites, such as Fan Fiction where people share and get feedback on their stories, to online support groups such as Netbuddy, which offers advice for carers of those with disabilities and special needs, people are coming together in their millions to share knowledge and experiences, get support and mobilise action.
While one of the characteristics – and strengths – of many online networks is that their members can live thousands of miles apart, there is a growing interest in using online networks to bolster physical communities, to address local issues and galvanise local action. Some examples include Streetbank which allows neighbours to share tools, books, DVDs as well as exchange skills; Ecomodo which supports local lending circles; Fix My Street which encourages people to report and discuss local problems from fly tipping to broken street lighting; Tyze which is creating personal, local online networks to support those requiring home care and Transition Network which supports and trains communities to come together and reduce CO2 emissions. At Nominet Trust, we are particularly interested in how these and other online networks are tapping into and reorganising resources in local communities, using online to mobilise offline action in the physical world.
The rise of online networks, ranging from the global to the hyperlocal, helps us to think differently about what community means in the 21st century. Communities of interest and practice can be created between people living next door or on the other side of the world to each other. The only requirement is shared motivation, a common concern, mutual interest. Already millions of people are creating and using digital technology to come together to help each other and to shape the world around them. They may not always be as visible as the bunting of a jubilee street party but online networks are fostering powerful new forms of community and enabling collaboration for social good on a significant scale.
Annika Small is chief executive of Social Investor, Nominet Trust.
This content is brought to you by Guardian Professional. To join the voluntary sector network, click here.

Saturday, October 20, 2012

Libri per tablet ... :-)



/http://scuola.zanichelli.it/il-libro-zanichelli/libri-scaricabili-e-libri-scaricabili-multimediali/libri-per-tablet/

Libri per tablet

Multimediali e interattivi, per iPad e Android

I Libri per tablet sono libri di testo arricchiti con audio, video, animazioni ed esercizi interattivi. Integrano in un unico oggetto tutti i materiali multimediali a corredo del volume.


§§§ §§§

http://youtu.be/DZysqhqwa8s
    §§§

                                                                                        

§§§

Un libro animato

Oltre a sfogliare il libro, è possibile attivare animazioni che illustrano fenomeni complessi, sfruttare l'ascolto della lettura del capitolo in modalità audiolibro, guardare video, svolgere esercizi interattiviscriveresottolineare e inserire note

Il tuo quaderno digitale

In più, la funzionalità quaderno, integrata nello scaricabile multimediale, permette di catturare porzioni di libro e copiarle sul proprio blocco di appunti: uno spazio da personalizzare, annotare, riempire di commenti e riassunti proprio come un vero quaderno.

Thursday, October 18, 2012

Possiamo essere buoni genitori oggi (a NY, ndr) anche senza giocattoli tecnologici o iPhone ?


This morning on a crowded commuter train into work in New York City, I witnessed the most incredible experience. A mother was able to soothe and quiet her screaming toddler without the use of technology of any kind. I was kind of amazed.
Usually on the train, I see not only kids — but adults — eyes down in their hands, focused on whatever game they happen to be playing on their mobile device. Yes, most of those well-dressed businessmen you see are playing Tetris or Monopoly. I’ve seen it. And the kids are seated with either a Nintendo in their hands, or Mom’s phone. Peace and quiet.
On this particular morning, a mom with a stroller and a toddler sat down next to me. The little boy was fine while he was standing and walking, but as soon as the train started moving, and mom scooped him up in her arms, he started wailing. Loudly.
What did she do? With a train full of coffee-deprived commuters looking at her, she did not reach into a bag to pull out a bright, shiny toy, or a phone to hand to him — instead she started to sing. Yes, sing.
“The wheels on the train go round and round…” she sang, while more and more people started to glare. The parents on the train, myself included, felt for her, having been in the same predicament many times. I’m sure they wondered the same thing I did. When will she reach into that bag and pull out a game for him?
As the wheels on the train went round and round, she continued singing, encouraging him to join her while she showed him her smiling face. The rest of the train was driven to distraction, but this little boy clearly wasn’t. Soon we were all singing along with her in our heads, trying to drown out the screaming.
SEE ALSO: Parent’s Dilemma: Are You Raising Tech-Addicted Kids?
You really wanted to be annoyed with this woman, but she was giving it everything she had. She held him firmly while he wiggled and squirmed, but no hand reached into the bag for a flashy toy, a phone, heck I would have settled for a set of keys at this point. I confess as I was reading news stories on my iPad next to him I opened and closed pages quicker and quicker trying to catch his eye, hoping the screaming would stop.
And then, after what seemed like forever, but in reality was just a few moments, the boy looked up at his mom’s face and started singing with her. And as they sang, the rest of the us smiled. It was quite an amazing moment.
It made me wonder; are we too quick to hand a tech toy or an iPhone to our children in those situations because we’re worried about disturbing others? Is it because we don’t want to struggle with a screaming toddler? Perhaps we just don’t want to sing in front of a crowded train full of strangers.
I wondered why the woman chose this route; was she the most patient mom I ever saw? Or perhaps she just doesn’t want her kids using technology as a pacifier at such a young age.
Whatever her reasons, I applaud her, even though I’m still singing “Wheels on the Train” in my head at this very moment.
Do you use tech to soothe and quiet your toddler in crowded environments? Let us know what you would have done in this situation.
Image courtesy of doc(q)man
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Is it possible to parent a toddler without technology? -

Wednesday, October 17, 2012

Il Lichtenstein restituito

A new york

Ritrovato dopo 42 anni
il «cavo elettrico» di Lichtenstein

http://it.wikipedia.org/wiki/Roy_Lichtenstein


http://en.wikipedia.org/wiki/Hoyt_L._Sherman

http://books.google.it/books?id=yHv5QTPxOccC&pg=PA79&redir_esc=y

La tela del grande artista pop era scomparsa dal laboratorio di un restauratore. Vale 4 milioni di dollari

Un dipinto dell'artista americano Roy Lichtenstein è tornato nelle mani della sua legittima proprietaria 42 anni dopo essere scomparso mentre si trovava nel laboratorio di un restauratore. Il quadro, che raffigura un grande cavo elettrico, è valutato 4 milioni di dollari. È stato riconsegnato dall'Fbi a Barbara Bertozzi Castelli, la vedova del leggendario gallerista Leo Castelli che nel 1970 lo aveva mandato in restauro. Castelli aveva acquistato il Lichtenstein negli anni Sessanta per circa 750 dollari e lo aveva esposto nella sua galleria di Manhattan. Il gallerista è morto nel 1999 senza mai sapere che fine avesse fatto l'opera.
CACCIA DURATA DECENNI - Un soggetto semplice in bianco e nero, il Lichtenstein era sparito per anni fino a quando, la scorsa estate, qualcuno aveva inviato una foto al mercante d'arte di Manhattan James Goodman che lo aveva riconosciuto e avvertito gli eredi dell'artista. La Fondazione Lichtenstein aveva dato per decenni la caccia al dipinto e nel 2006 ne aveva usato il soggetto per le sue cartoline di auguri di fine d'anno in un insolito tentativo di risolvere il mistero.
DA UN ARMADIO FINO A BOGOTA' - Ora che il quadro è stato ritrovato resta un giallo la sua odissea che include anche una avventura in una galleria d'arte di Bogotà in Colombia. La galleria sostiene di averlo ricevuto da Sally Goldreyer, la vedova del restauratore a cui Castelli lo aveva affidato per farlo pulire. Daniel Goldreyer è morto nel 2009 e la vedova ha detto alle autorità che la tela era rimasta sottochiave nell'armadio di un dipendente del marito. Sally Goldreyer ha detto di non aver mai saputo che la tela era scomparsa e ha di buon grado accettato di consegnarla alla Bertozzi Castelli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


“Electric Cord” di Lichtenstein restituito a Barbara Castelli

17/10/12
di
Quest’estate era stato  segnalato il ritrovamento di un dipinto dell’artista pop americano Roy Lichtenstein  in un magazzino di New York, a  40 anni dalla sua scomparsa. “Cavo elettrico” era andato perso dalla galleria di Leo Castelli a Manhattan nel 1970. Fu realizzato da Lichtenstein nel 1961 e  Castelli lo acquistò negli anni Sessanta per 750 dollari. E’ stato stimato 4 milioni di dollari. Dopo una segnalazione della Roy Lichtenstein Foundation che qualcuno stava cercando di vendere il dipinto, era stato emesso  un ordine restrittivo provvisorio per impedire che l’opera d’arte potesse sparire nuovamete. Ora le indagini sono concluse e il dipinto tornerà alla vedova Castelli, Barbara che ha dichiarato di non volerlo vendere ma di volerlo appendere nella sua casa di Manhattan.

Barbara Castelli. Foto: reuters.com

Monday, October 15, 2012

Sosos di Pergamo ? Un (mosaicista) artista !


§1

http://www.nazioneindiana.com/2009/11/08/asarotos-oikos-la-camera-non-spazzata/ 

°*°*°*°
celeberrimus fuit in hoc genere Sosus, qui Pergami stravit quem vocant asaroton oecon, quoniam purgamenta cenae in pavimentis quaeque everri solent velut relicta fecerat parvis e tessellis tinctisque in varios colores.

The most famous in that genre was Sosos who laid at Pergamon what is called the asarotos oikos or unswept room, because on the pavement were represented the débris of a meal, and those things which are normally swept away, as if they had been left there, made of small tesserae of many colours. – Pliny, Natural History 36.184.

[francesco forlani il 9 novembre 2009 alle 08:58]

°*°*°*°
§2
http://parenthetically.blogspot.it/2012/08/unswept-and-unwelcome.html
§3
http://www.chateaudeboudry.ch/?a=8,29,41
§4 (from a Google ebook)
http://books.google.it/books?id=vt9JwsNcKzwC&lpg=PA221&ots=isd2bw8fPN&dq=Sosos%20laid%20at%20Pergamon&hl=it&pg=PA221#v=onepage&q=Sosos%20laid%20at%20Pergamon&f=true

Saturday, October 13, 2012

Come creare un ebook in formato epub

Ripubblico qui di seguito un post di Facebook
<<<
 
Alberto Ardizzone
3 ore fa ·
http://imparafacile.ning.com/profiles/blogs/corso-realizzare-ebook-in-formato-epub
Livio, se ce la faccio mi piacerebbe partecipare e intanto vorrei diffondere l'iniziativa.
E' sufficiente presentarsi nell'isola Imparafacile govedì 18 alle 22.00?
Corso: REALIZZARE EBOOK IN FORMATO EPUB
imparafacile.ning.com
Tra i corsi organizzati all'isola Imparafacile per questa stagione, nell'ambito delle iniziative targate Libriamo Tutti ce n'è uno che si occupa della realizz…

>>>

Wednesday, October 10, 2012

A scuola di/coi Tablet a Mirandola. Obiettivi didattici & contesto ... d'amore e d'accordo !

1
Percorso di approccio alle funzionalità dei tablet, (in coerenza con gli obiettivi didattici)
2
Contestualizzazione con gli strumenti connettivi disponibili
3
Contestualizzazione con il know-how degli studenti (ludo-social / edu-tainment)
.
.
.
4 lettura a/da schermo;
5 cattura multimediale da web / dal contesto;
6 uso intuitivo
:-)))

POST
§°§°§
tablet luosi
La tablet week è la settimana d’inizio anno scolastico che la nostra scuola, l’IIS “Giuseppe Luosi” di Mirandola, dedica quest’anno all’introduzione dei tablet nella propria didattica.
L’idea di questa sperimentazione è venuta in tempi non sospetti pre terremoto e, successivamente proprio a causa di questo drammatico evento, sono stati erogati fondi dagli enti preposti per sopperire alla mancanza immediata di strutture edili danneggiate dal sisma, con i quali la scuola ha acquistato, per il momento, un centinaio di tablet ASUS, modello Trasformer Pad TF 300T.
Il Dirigente, Prof. Giorgio Siena, con alcuni docenti e personale ATA, ha meso a punto già dall’estate scorsa un intervento rivolto alle classi prime e terze dell’Istituto per presentare questi dispositivi alle 20 coinvolte nel progetto, di cui 6 di Liceo Classico e Linguistico, 4 di Istituto Professionale e 10 di Istituto Tecnico Economico.
Sono stata incaricata di tenere una breve lezione ai ragazzi in presenza di un collega, generalmente di materie letterarie, con il quale abbiamo proposto un percorso di approccio alle funzionalità del tablet, coerente con gli obiettivi didattici, integrato agli altri strumenti connettivi di cui dispone la scuola, senza trascurare  le conoscenze sociali e ludiche che gli studenti e le studentesse hanno dei dispositivi mobile.
[continua a leggere su http://www.emanuelazibordi.it/wp/tablet-week-1/ in
emanuelazibordi.it  didattica e nuove tecnologie, scienze motorie, sport, altro…]


Monday, October 8, 2012

coM-pensare ... Ottima nuova guida insegnanti di Filippo Barbera !!! (re.: inclusive teaching! ;-)

http://www.ic-torri2.it/files/CON-PENSARE-2.pdf

Filippo Barbera, insegnante di sostegno nella scuola primaria, ha reso disponibile in forma gratuita una nuova guida insegnanti dedicata ai DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) e in particolare alla dislessia.


 

http://www.open.ac.uk/inclusiveteaching/pages/understanding-and-awareness/what-are-specific-learning-difficulties.php

What are specific learning difficulties?

The umbrella term specific learning difficulties (SpLD) is used to cover a wide variety of difficulties. Many people use it synonymously with dyslexia (a difficulty with words), but it is now generally accepted that dyslexia is only one of a group of difficulties that may include
  • dysgraphia: writing difficulty
  • dyspraxia: motor difficulties
  • dyscalculia: a difficulty performing mathematical calculations
  • Attention deficit disorder, or attention deficit hyperactive disorder (ADD or ADHD): concentration difficulties with heightened activity levels and impulsiveness
  • Asperger’s syndrome and autism: emotional behaviour or even social communication difficulties.





Ascolta con webReader
Filippo Barbera, insegnante di sostegno nella scuola primaria, aveva già reso disponibile in forma gratuita un altro suo libro dedicato ai DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) e in particolare alla dislessia.

http://lnx.sinapsi.org/wordpress/2012/04/21/conoscere-la-dislessia/

°°°°°°°°°§°°°°°°°°

Sunday, October 7, 2012

I bambini con autismo tendono ad allontanarsi (rtw)

http://www.nytimes.com/2012/10/08/science/study-shows-autistic-children-are-likely-to-wander.html?partner=rss&emc=rss&smid=tw-nytimes&_r=0

Study Shows Children With Autism Tend to Stray

Brendan Bannon for The New York Times
Patrick Murphy, 14, will sometimes sneak out of the house to pursue his latest interest.
When Patrick Murphy was 6, he became obsessed with vacuum cleaners. The boy, who has autism, used to slip out of his house near Buffalo without telling his parents, running to a nearby appliance store or into strangers’ homes to marvel at vacuum cleaners.
Patrick is now 14, and his parents have double bolts on the doors in their home and brackets on their windows. Still, Patrick — who is now focused on dogs — manages to sneak out. Two weeks ago, he crept from the house after his mother went to bed. When his father came home, he alerted the police. They found Patrick running barefoot in his pajamas at 2 a.m., three miles from his home.
“That was very scary,” said Patrick’s father, Brian Murphy, who has now added an alarm system to the house to keep his son safe. “He has broken through brackets, windows, picked locks, you name it. It’s absolutely the most stressful part of parenting a child with autism.”
The behavior, called wandering or elopement, has led to numerous deaths in autistic children by drowning and in traffic accidents. Now a new study of more than 1,200 families with autistic children suggests wandering is alarmingly common. Nearly half of parents with an autistic child age 4 or older said their children had tried to leave a safe place at least once, the study reported. One in four said their children had disappeared long enough to cause concern. Many parents said their wandering children had narrowly escaped traffic accidents or had been in danger of drowning.
Those at greatest risk of wandering off were autistic children with severe intellectual deficits and those who do not respond to their names. The research was published on Monday in the journal Pediatrics.
“I knew this was a problem, but I didn’t know just how significant a problem it was until I really began to look into it,” said Dr. Paul A. Law, senior author of the study and director of the Interactive Autism Network, a registry that is a project of the Kennedy Krieger Institute in Baltimore. “This is probably one of the leading causes of death and morbidity for kids with autism.”
Advocates for families affected by autism say the findings underscore the need to raise public awareness and alter policy. While Amber alerts are used to mobilize the public when a child is believed to have been abducted, for instance, generally they are not used when a disabled child goes missing, said Alison Singer, president and a founder of the Autism Science Foundation, one of the organizations that supported the study.
Emergency responders should receive special training on how to search for autistic children who are nonverbal and often scared by lights and sirens, she said. Emergency personnel also need to know to check streams or ponds, since many children with autism are drawn to bodies of water, as well as highways.
One in 88 children in the United States received a diagnosis of autism, Asperger syndrome or a related disorder in 2008, according to the Centers for Disease Control and Prevention. While some of these children are socially awkward but high functioning, others have limited intellectual and cognitive abilities.
“For children who are prone to wander, this is a pervasive problem that affects all aspects of families’ lives,” Dr. Law said. “Many parents just don’t go out in public with their child because they don’t feel safe with them, or they don’t get any sleep at night because the child once escaped through the upstairs window.”
The idea for the new study came from a family coping with autism, and it was financed by several advocacy organizations. Researchers surveyed families who had a child with autism or a related disorder between the ages of 4 and 17.
Most of the respondents came from 1,098 of Interactive Autism Network’s most active participants, 60 percent of whom completed the survey. Families who chose to participate knew the survey was about wandering, and those coping with wandering children may have been more likely to respond, skewing the results, Dr. Law acknowledged.
Over all, 49 percent of families who participated said a child with autism had tried to wander from home, school or another safe place at least once after age 4; the peak age for wandering was 5. Some parents said their child wandered off several times a week or even several times a day.
“This is the first study to quantify the scope of the problem, and it was much larger than we thought,” Ms. Singer said.

Thursday, October 4, 2012

Manuali digitali nelle università della California :-)

Sei in: Il Fatto Quotidiano > Mondo > California, man...

California, manuali digitali nelle università pubbliche. Tutti open source

Secondo quanto approvato dal Senato, entro un anno gli studenti potranno scaricare 50 testi gratuitamente da internet, che saranno disponibili entro fine 2013. Le università dovranno poi creare una biblioteca online e in cui pubblicare i libri

California, manuali digitali nelle università pubbliche. Tutti open source
Il governatore della California Jerry Brown ha firmato pochi giorni fa due leggi, votate dal Senato californiano il mese scorso, che impegnano le università pubbliche dello stato americano a creare cinquanta manuali universitari gratuiti e ad accesso libero. Entro un anno gli studenti californiani potranno quindi scaricare gratuitamente da internet alcuni dei libri di testo di cui necessitano per gli studi universitari. Secondo le nuove leggi, le università dovranno dar vita alla California Digital Open Source Library, cioè una biblioteca online e accessibile da chiunque in cui pubblicare i libri di testo. I cinquanta manuali che saranno resi disponibili entro la fine del 2013 dovranno essere scelti tra quelli necessari per altrettanti corsi di base all’interno del sistema universitario californiano.
Infatti il California Open dovrà stilare una lista di testi necessari per i corsi di laurea e occuparsi di produrli partendo da zero oppure di utilizzare testi già esistenti e rielaborarli. L’obiettivo è sviluppare “libri di testo digitali e materiali didattici di alta qualità, alla portata di tutti e open source”. La clausola open source è particolarmente importante: secondo la nuova legge californiana, i libri dovranno essere pubblicati con una licenza Creative Commons alternativa al normale copyright, che permetta a chiunque di scaricarli, usarli, diffonderli e modificarne i contenuti, fatto salvo il riconoscimento della paternità dell’opera agli autori originari. Questa clausola favorisce gli studenti, che si trovano di fronte ad aumenti dei prezzi dei libri di testo e faticano a coprire tutte le spese necessarie per la propria educazione. Ma serve anche a permettere a professori che insegnano nelle università di tutto il mondo di adottare questi libri per i propri corsi.
Inoltre i libri dovranno essere pubblicati in modo da favorire le persone che volessero modificarli e migliorarli. La stessa Creative Commons, istituzione che si occupa di immaginare forme alternative di copyright, ha spiegato che si tratta di “una grande vittoria per la California” perché è un tentativo di usare le licenze aperte e le competenze accumulate dall’Università dello stato per “far risparmiare denaro alle famiglie californiane e per rispondere ai bisogni di insegnanti e studenti”. Questa iniziativa fa parte di una serie di innovazioni che le università statunitensi stanno adottando per sfruttare le potenzialità della rete: la stessa University of California sta partecipando a esperimenti di insegnamento gratuito online, come Coursera o OpenCourseWare.

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