http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-2083216/Impossible-crystals-Russia-space-rocks-older-Earth.html
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Il mistero del quasi-cristallo extraterrestre
Ritrovato sulla Terra un quasi-cristallo datato 4,5 miliardi di anni fa, proveniente da un altro mondo
Non e' di questo mondo l'unico quasi cristallo mai scoperto in natura. E' extraterrestre ed è antichissimo tanto che potrebbe rivelarci particolari inediti sulla storia del nostro Sistema Solare. A portarlo sulla Terra è stato un frammento di meteorite caduto in Russia, nelle montagne Koryak, nel Nord-Est della Penisola della Kamchatka. Il meteorite e' stato trovato nel 1979 e attualmente è conservato presso il Museo di Storia Naturale di Firenze. Ma a rivelare pezzo per pezzo la sua misteriosa essenza e' stato Luca Bindi, ricercatore dell'Universita' di Firenze e dell'Istituto di Geoscienze e Georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in un articolo appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.
I quasi-cristalli, a differenza dei normali cristalli, hanno la caratteristica di avere una struttura ordinata, ma che segue schemi che non si ripetono mai, quindi solo apparentemente regolare. La loro esistenza fu scoperta da Daniel Shechtman nel 1982, nel corso di una ricerca per la quale è stato insignito del Premio Nobel per la chimica nel 2011. Fino a poco tempo fa, i quasi-cristalli erano stati individuati solamente in materiali sintetici ottenuti attraverso processi di fusione altamente controllata di componenti presenti in rapporti estremamente precisi. La ricerca di esempi di queste strutture di origine naturale, intrapresa già da una decina di anni, non ha mai portato a risultati concreti.
Almeno fino a due anni fa, quando è stata scoperta una traccia nel frammento di meteorite russo. Si tratta di un'inclusione costituita da un minerale chiamato iosaedrite, composto da alluminio, rame e ferro. La sua struttura tipica di quasi-cristallo era stata descritta già nel 2009 in un articolo pubblicato sulla rivista Science, sempre a firma di Bindi. E' il primo campione scoperto in natura e non realizzato dall'uomo.
Ma a questo mistero se ne e' di recente aggiunto un altro, ancora più intrigante: si è, infatti, scoperto che il campione esaminato è di origine extraterrestre. In altre parole la roccia che contiene l'inclusione è un meteorite. Nel meteorite i quasi-cristalli sono intervallati da cristalli di metalli e silicati.
E' la prima volta che in un meteorite si scopre una lega con alluminio metallico, questo significa che siamo di fronte a un nuovo tipo di meteorite, il cui studio potrebbe rivelarsi importante per ricostruire la storia del Sistema Solare.
Bindi ritiene che il frammento sia simile ad una famiglia di meteoriti ricchi di composti organici, noti come carboniosi, e che potrebbe essersi formato circa 4,5 miliardi di anni fa, quando il Sistema Solare era giovanissimo.
Gli eventi che hanno portato allo straordinario assemblaggio di minerali trovati nel frammento di roccia restano un mistero. E tuttavia gli scienziati hanno già fatto un'ipotesi decisamente avvincente, anche se è ancora tutta da dimostrare.
Il frammento contiene anche grani di stishovite, un minerale che ha una composizione chimica analoga a quella dei silicati e che si forma in condizioni estreme, come l'alta pressione tipica del mantello terrestre e alla quale sono soggetti i materiali che si formano a seguito di impatti. E' possibile, quindi, che lo scontro di due corpi extraterrestri, scatenando un'elevatissima pressione, pari a circa 100 mila atmosfere, abbia portato alla creazione del quasi-cristallo.
La teoria più accreditata oggi è, quindi, l'impatto fra due meteoriti oppure fra un meteorite e un asteroide. E' evidente che c'è ancora molto su cui lavorare, ma gli scienziati non nascondono di essere entusiasti di come stanno procedendo le analisi.
I quasi-cristalli, a differenza dei normali cristalli, hanno la caratteristica di avere una struttura ordinata, ma che segue schemi che non si ripetono mai, quindi solo apparentemente regolare. La loro esistenza fu scoperta da Daniel Shechtman nel 1982, nel corso di una ricerca per la quale è stato insignito del Premio Nobel per la chimica nel 2011. Fino a poco tempo fa, i quasi-cristalli erano stati individuati solamente in materiali sintetici ottenuti attraverso processi di fusione altamente controllata di componenti presenti in rapporti estremamente precisi. La ricerca di esempi di queste strutture di origine naturale, intrapresa già da una decina di anni, non ha mai portato a risultati concreti.
Almeno fino a due anni fa, quando è stata scoperta una traccia nel frammento di meteorite russo. Si tratta di un'inclusione costituita da un minerale chiamato iosaedrite, composto da alluminio, rame e ferro. La sua struttura tipica di quasi-cristallo era stata descritta già nel 2009 in un articolo pubblicato sulla rivista Science, sempre a firma di Bindi. E' il primo campione scoperto in natura e non realizzato dall'uomo.
Ma a questo mistero se ne e' di recente aggiunto un altro, ancora più intrigante: si è, infatti, scoperto che il campione esaminato è di origine extraterrestre. In altre parole la roccia che contiene l'inclusione è un meteorite. Nel meteorite i quasi-cristalli sono intervallati da cristalli di metalli e silicati.
E' la prima volta che in un meteorite si scopre una lega con alluminio metallico, questo significa che siamo di fronte a un nuovo tipo di meteorite, il cui studio potrebbe rivelarsi importante per ricostruire la storia del Sistema Solare.
Bindi ritiene che il frammento sia simile ad una famiglia di meteoriti ricchi di composti organici, noti come carboniosi, e che potrebbe essersi formato circa 4,5 miliardi di anni fa, quando il Sistema Solare era giovanissimo.
Gli eventi che hanno portato allo straordinario assemblaggio di minerali trovati nel frammento di roccia restano un mistero. E tuttavia gli scienziati hanno già fatto un'ipotesi decisamente avvincente, anche se è ancora tutta da dimostrare.
Il frammento contiene anche grani di stishovite, un minerale che ha una composizione chimica analoga a quella dei silicati e che si forma in condizioni estreme, come l'alta pressione tipica del mantello terrestre e alla quale sono soggetti i materiali che si formano a seguito di impatti. E' possibile, quindi, che lo scontro di due corpi extraterrestri, scatenando un'elevatissima pressione, pari a circa 100 mila atmosfere, abbia portato alla creazione del quasi-cristallo.
La teoria più accreditata oggi è, quindi, l'impatto fra due meteoriti oppure fra un meteorite e un asteroide. E' evidente che c'è ancora molto su cui lavorare, ma gli scienziati non nascondono di essere entusiasti di come stanno procedendo le analisi.
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From quasicrystals to Kleenex
by Alison Boyle
All angles are multiples of 36 degrees (π/5)
http://plus.maths.org/content/quasicrystals-kleenex
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TG Leonardo Puntata di giovedi’ 15 marzo 2012
QUASI, QUASI… CRISTALLISono la “terza via” dei minerali. Hanno portato al Nobel un americano. Ma è italiano chi ha trovato il primo “quasicristallo” in natura.
OGM? FORSE, GRAZIE!
Aperture in Europa sugli alimenti geneticamente modificati. Tante differenze da valutare e, poi, non tutti gli Ogm sono “male”.
ATTENTI AI GORILLA
Con la lettura del genoma del gorilla le [...]
http://leonardo.blog.rai.it/2012/03/15/
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