Nella sua ultima lettera a Jesse Owens, che scrisse nel 1942,
dopo che gli Stati Uniti dichiararono guerra alla Germania,
Luz Long scrive:
"Il mio cuore mi dice che questa è forse l'ultima
lettera della mia vita. Se è così, ti chiedo una cosa.
Quando la guerra sarà finita, per favore vai in Germania,
trova mio figlio e digli di suo padre.
Raccontagli dei i tempi in cui la guerra ancora non ci aveva
messi uno contro l'altro e digli che le cose possono essere diverse tra gli uomini di questo mondo."
"Tuo fratello, Luz".
https://www.youtube.com/watch?v=9YxGCFMQM-8&feature=youtube_gdata_player
http://zebrabianconera10.wordpress.com/2009/02/05/jesse-owens-e-luz-long-storia-di-unamicizia-nonostante-hitler/
Passare alla storia per non aver vinto un'olimpiade. L'atletica è anche ...
[PDF]Jesse Owens e Luz Long - quando l'atletica cambia la storia
“Storie in prima corsia” di Lele Lavizzari. Jesse Owens e Luz Long: quando l' atletica cambia la storia. Il passato non può essere più riscritto, ma ci sono
Per qualcuno è stato il più grande personaggio sportivo del XX secolo. Per altri è un'icona, il simbolo stesso deiGiochi Olimpici. James Cleveland Owens, chiamato Jesse dalle iniziali J.C., prima di diventare un vero e proprio mito dell'atletica leggera, ha modo di compiere diversi umili lavori, dal lustrascarpe al fattorino, dal giardiniere al gelataio.
Nato il 12 settembre 1913 a Oakville, Alabama, all'età di otto anni si trasferisce con la famiglia a Cleveland, nello stato dell'Ohio. All'inizio della sua storia Jesse conosce miseria e povertà, e vive secondo la filosofia di "arrangiarsi per vivere", come altri milioni di ragazzi neri nel periodo della depressione americana [...]
Jesse Owens’ post-Olympic life, somewhat reminiscent of Jim Thorpe and other great athletes of their time, was not an easy one. Luz Long completed law school but was obligated to serve in the German army in World War II. He was injured during the Allied invasion of Sicily and died in a British-controlled military hospital in 1943. In his last letter to Jesse Owens that he wrote in 1942 after the United States declared war on Germany, Luz Long wrote:
“My heart is telling me that this is perhaps the last letter of my life. If that is so, I beg on thing from you. When the war is over, please go to Germany, find my son and tell him about his father. Tell him about the times when war did not separate us and tell him that things can be different between men in this world.
“Your brother, Luz.”
In 1951, Jesse Owens honored Luz Long’s request and delivered the message to Long’s son.
Luz Long is a hero. No gold medal was too important to prevent him from helping a fellow man and a fellow athlete even in the greatest competition, the Olympic Games. He was able to look beyond the color of a man’s skin, and he was able to ignore the lies that his government would have him believe regarding the superiority of one race over another, and the inferiority of one religion below all others. Luz Long did perform extraordinary deeds, and in serving his country — not Hitler and his Nazis — he continued to do what is right regardless of the circumstances. His is a story worthy to tell your children and grandchildren.
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