46° 18′ 28″ N, 11° 44′ 38″
Park
http://www.parks.it/parco.paneveggio.pale.s.martino/gallery.php
Path
http://www.parcopan.org/it/visita/i-sentieri-tematici/sentiero-marcio-p61.html
Sentiero Marciò
La foresta è considerata dagli esperti un raro esempio di armonia ecologica, a fianco all'abete rosso vivono altre specie fondamentali per l'equilibrio della foresta, come il sorbo degli uccellatori e nel sottobosco la lonicera nigra e il mirtillo rosso e nero, salici e ontani bianchi arricchiscono l'ambiente ripariale. Sono facili da scovare tracce della presenza numerosa di cervi e caprioli, come le impronte e le scortecciature di giovani piante, su alcuni alberi più maturi si possono ammirare i buchi del picchio, mentre a terra è possibile rinvenire le pigne rosicchiate dallo scoiattolo.
La passeggiata, che non presenta alcuna difficoltà, comincia dal parcheggio adiacente il Centro Visitatori, dove si trova la prima indicazione per il Sentiero Marciò e consiste in un percorso ad anello lungo il quale sono collocati dei pannelli informativi.
Attraversato il primo ponte coperto sul torrente Travignolol'itinerario si snoda all'interno della foresta. Nell'ultima parte del percorso si attraversa nuovamente, su uno spettacolare ponte sospeso, il Travignolo, che scorre in una stretta gola formando rapide e cascate.
Ad un centinaio di metri dal Sentiero Marciò si trova l'area faunistica del cervo, che ospita, in condizioni seminaturali, alcuni esemplari di questo magnifico ungulato. Estinto in Trentino dalla metà dell'800, da Paneveggio è cominciata la reintroduzione del grosso mammifero nel Trentino negli anni '60 e ancor oggi alcuni capi vengono prelevati per il ripopolamento di altre aree
Forest http://www.parcopan.org/it/territorio/ambienti/la-foresta-di-abete-rosso-p92.html
La foresta di abete rosso
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Possesso dei Conti del Tirolo, e quindi della Casa d'Austria, laforesta di Paneveggio passò dopo la guerra 15-18 al demanio italiano e poi, in seguito allo statuto di autonomia, alla Regione Trentino-Alto Adige e infine alla Provincia Autonoma di Trento.
Gli abeti rossi costituiscono quasi il 90% degli alberi della foresta, associati all'abete bianco alle quote inferiori, al larice e al pino cembro a quelle superiori. Il sottobosco è costituito da un tappeto di mirtillo nero e rosso.
La foresta dei violini
Si racconta che fosse Stradivari in persona ad aggirarsi nella foresta di Paneveggio alla ricerca degli alberi più idonei alla costruzione dei suoi violini: abeti rossi plurisecolari il cui legno, grazie alla sua particolare capacità di "risonanza", forniva la materia prima ideale per la costruzione delle casse armoniche. Il legno dell'abete rosso è infatti particolarmente elastico, trasmette meglio il suono e i suoi canali linfatici sono come minuscole canne d'organo che creano risonanza.
Per questo gli alberi vengono abbattuti in luna calante, tra ottobre e novembre, quando nel tronco c'è minor quantità di linfa. Gli alberi migliori si riconoscono per gli anelli di crescita molto sottili e perfettamente concentrici, con fibre diritte e fini e scarsa presenza di nodi. Cosi almeno crescevano nel Sei/Settecento grazie al freddo intenso della Piccola Glaciazione e alla mancanza di fenomeni di degrado e proprio di essi si servirono Stradivari e i liutai cremonesi i cui strumenti raggiunsero il massimo della musicalità.
Oggi è quasi impossibile trovare esemplari così perfetti, ma la richiesta di "abeti di risonanza" non manca e dà vita ad un commercio limitato ma significativo: qualche decina di metri cubi all'anno in parte utilizzati dagli artigiani della fabbrica di tavole di risonanza per pianoforti di Tesero e dai liutai cremonesi, in parte esportati in Giappone, paese leader al mondo nella costruzione di tavole armoniche.
L'uomo e la foresta
Due secoli fa la foresta aveva un'estensione pari a un terzo di quella attuale, a causa dello sfruttamento intensivo per rifornire di legname i cantieri della Repubblica di Venezia.
Nel corso della prima guerra mondiale, poi, il fronte l'attraversò per quasi tutta la durata del conflitto e la massa di legname abbattuta in quel periodo corrisponde a quanto, con la gestione attuale, si abbatte in trent'anni. Gravi danni furono provocati anche da un violento ciclone abbattutosi nel 1926 e dall'alluvione del 1966 .
L'aspetto di questa foresta è dunque il risultato di un lungo intervento dell'uomo: l'attuale strumento di pianificazione di tale intervento è un periodico Piano di assestamento, basato su un attento monitoraggio della realtà forestale.
Il primo Piano di assestamento risale al 1876. È compito del Servizio Parchi e Foreste Demaniali della Provincia Autonoma di Trento curare la gestione economica e la sorveglianza della foresta, le fasi della trasformazione del legno e la vendita del prodotto tramite la segheria demaniale di Caoria
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