E’ una guerra, quella che devono combattere giorno per giorno le persone disabili e le loro famiglie.
E in questo combattimento quotidiano si trovano da soli, mentre lo Stato continua a non corrispondere alle necessità di una parte dei suoi cittadini. E non è solo una questione di fondi, che pure sono stati incrementati: quello per le non autosufficienze è salito a 350 milioni di euro, incrementato per il 2014 di 75 milioni.
Ma i cittadini disabili interessano a qualcuno? Voglio dire, a parte le loro famiglie? I ragazzi che avrebbero diritto a un insegnante di sostegno in classe, devono accontentarsi di poche ore, il resto del tempo stanno da soli. Le persone affette da sindrome di down, autismo, o altre condizioni di vita certificate dai medici, devono – nonostante questo – sottoporsi a visite di controllo periodiche e verifiche dell’effettiva disabilità.
I presidi sanitari necessari alla sopravvivenza vengono dati in ritardo o con difficoltà. E sono spesso inadeguati, quelli attualmente in uso non sono neppure contemplati dai prontuari, e persino le indennità proporzionate al reddito della famiglia di una persona disabile non tengono conto del fatto che le istituzioni sociali, anche le associazioni no profit che dovrebbero sostenere chi vive questa difficile condizione, in realtà non collaborano abbastanza, perché non hanno i mezzi, le possibilità, e perché nessuno si decide a cambiare la mentalità e di conseguenza il sistema, il modo di affrontare la questione, la vita delle persone disabili.
Cittadini, titolari di diritti, e prima ancora persone, con le loro sofferenze, i loro pensieri, le loro emozioni
Fuori Tg del 05/12/2013
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