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Sunday, December 11, 2011

Nel 2012 il primo giorno di Escuola ?

Sui banchi lavagne interattive, piattaforme didattiche online, classi virtuali. 
Ma per ora la rivoluzione digitale riguarda solo gli editori.
PRIMO GIORNO DI SCUOLA 2012 
CAMBIERA' TUTTO (o forse no)

Articolo del Corriere della Sera di Cristina Taglietti
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Dovrebbe rivoluzionare la scuola, per ora ha rivoluzionato gli editori. Sull’efficacia della legge 133 (luglio 2008) che stabilisce (articolo 15) che a partire dal 2012 vengano adottati esclusivamente testi scaricabili in Internet o misti (la parte cartacea arricchita da una parte digitale), per ora nessuno sembra nutrire grosse speranze. La mancanza di fondi, la scarsa diffusione delle connessioni online sembrano ostacoli insormontabili per un’applicazione estesa e immediata, eppure gli editori della scolastica hanno dovuto cambiare pelle. «La mia interpretazione— dice Roberto Gulli, amministratore delegato di Pearson Italia che comprende marchi storici come Paravia e Bruno Mondadori — è che il legislatore abbia voluto introdurre un fattore di modernizzazione della scuola, con l’intento, implicito, di abbassare i costi del libro. La vera domanda è: quanto questi provvedimenti sono praticabili? Io dico: zero per ora. Per gli editori significa fare investimenti enormi per rinnovare tutto il catalogo per qualcuno che non potrà usarlo nelle sue potenzialità. I prezzi non potranno certo diminuire». Eppure qualcosa, lentamente, parzialmente, è destinato a muoversi. «La cosa interessante di questo intervento semplicistico e anche un po’ demagogico — continua Gulli — è che ha comunque attivato un processo: volenti o nolenti il digitale entra nella scuola. E questa è una sfida entusiasmante». «Eravamo tutti un po’ scettici—concorda Aaron Buttarelli, direttore editoriale di Mondadori Education —, ma ora la percezione netta è che si è varcata una soglia, anche perché c’è un’agenda europea molto cogente che fa convergere tutti i sistemi educativi verso il digitale».
Lo strumento principale di questa rivoluzione è la «Lim», Lavagna Interattiva Multimediale che, collegata ad un pc, consente l’integrazione multimediale, l’accesso ad Internet e la possibilità di usare software didattici in modo condiviso. «Il problema di fondo — dice Roberto Devalle ad di De Agostini Scuola—è che la Lim ha coperto finora il 15% massimo delle reali necessità. A volte le lavagne ci sono ma non vengono utilizzate per problemi di connettività, manutenzione, formazione dei docenti. Tutto è lasciato all’iniziativa delle singole scuole, del preside, dell’editore. Per ora il digitale è perlopiù un’appendice del cartaceo, quasi un gadget: un cd, una chiavetta, un sito. Molti editori scolastici lo propongono ormai da tre anni, ma quello che manca è l’allineamento delle strutture scolastiche. La sfida dovrebbe riguardare soprattutto gli organi politici, anche perché lo spettro è quello dell’ingresso dei grandi player internazionali, Amazon, Apple, Google».
Le offerte degli editori in questa fase sono molto simili: «Noi abbiamo creato mini piattaforme — spiega Devalle —, zone disciplinari (matematica, musica, geografia, ecc) con blog, contenuti extra, possibilità di interattività. Il tutto però pesa sull’editore. Bisogna anche tenere presente che la legge 169/08, chiarisce che l’adozione dei libri di testo nella scuola primaria deve durare 5 anni, nella secondaria 6: gli aggiornamenti sono delegati all’estensione digitale». Il punto di partenza è il sito. Su mondadorieducation.it, per esempio, si trova un ambiente di apprendimento, il Mondadori Learning Environment, dove si possono trovare pdf scaricabili ma anche «learning object» utilizzabili con la Lim come atlanti digitali, linee del tempo navigabili, videolaboratori. Pearson ha ormai un nutrito catalogo di Limbook. «Abbiamo iniziato nel 2009 —dice Gulli —. Se gli insegnanti avessero la lavagna interattiva sarebbe uno strumento perfetto: si riesce a imparare molto con poco sforzo». Quelli di Mondadori si chiamano Mebook, ma il principio è lo stesso: libri digitali interattivi, sfogliabili e multimediali, dotati di glossari, database di immagini e di testi, ottimizzati per la Lim.
L’ultima esperienza introdotta da Pearson è una piattaforma di apprendimento che collega l’insegnante in Rete con gli studenti. MymatLab è un laboratorio di matematica, sviluppato negli Stati Uniti, per cui l’insegnante spiega e assegna i compiti partendo dalla piattaforma che ha un’infinita serie di esercizi. «Inoltre—spiega Gulli —c’è un sistema di tutoring che aiuta lo studente che non riesce più ad andare avanti, facendolo arrivare alla soluzione per gradi. In questo modo l’insegnante sa dove lo studente ha avuto problemi. È uno strumento che va nella direzione dell’apprendimento personalizzato, che tiene conto delle intelligenze multiple. A settembre è partito un gruppo pilota con 25 mila studenti». Ma quanto costa, per capirci, uno strumento come questo? «Per una classe il costo è di circa 15 euro all’anno per alunno». Anche La Scuola Editrice sta intervenendo su tre livelli: l’adeguamento del catalogo in formato ebook, i libri di nuova generazione che prevedono un’integrazione del multimediale e unità didattiche per l’utilizzo attraverso la Lim, come il corso «L’immaginazione in classe», studiato per le scuole medie inferiori.
Zanichelli da più di 15 anni si occupa di libri digitali per la scuola: era il ’97 quando pubblicò l’Amaldi (il più celebre manuale di fisica) con il cdRom. «A me pare — dice Giuseppe Ferrari, direttore editoriale — che, al di là della prescrizione, ci sia una domanda reale che riguarda anche la necessità di soddisfare diversi stili di intelligenza e di apprendimento. L’educazione digitale arriva in modo caotico, per tentativi, deve essere un processo di selezione. Noi abbiamo già i contenuti digitali organizzati in ebook, utilizzabili anche sui tablet. E gli “interactive ebook”, per certe materie scientifiche come biologia, fisica, chimica, ma anche filosofia. Il libro è sul server della casa editrice, vi si accede con una password, è arricchito di video, animazioni, esercizi interattivi. Offre la possibilità della classe virtuale per cui l’insegnante è connesso con gli allievi, può aggiungere file, dare compiti, riceverli, e inserire le valutazioni in un registro. Poi c’è la classe virtuale. L’insegnante iscrive la classe che accede attraverso una password, dà gli esercizi, vede non solo chi li ha fatti o noma anche dove gli alunni hanno sbagliato, fino a farsi una vera e propria fotografia della classe che può anche comparare con altre». Le materie scientifiche sono quelle che meglio si prestano a sperimentazioni digitali. Zanichelli ha un MatTutor, basato sulla adattività, che allena alla matematica per la prova di maturità scientifica e calibra la difficoltà delle domande in base alle risposte dello studente. C’è anche il tutor di latino per insegnare a tradurre.
Mondadori, invece, dal prossimo anno scolastico attiverà i «campus», portali disciplinari dedicati alla letteratura italiana, alla storia, alle letterature classiche, mentre è già attivo Apprendiscienza, dedicato alle scienze e alla matematica. Anche qui le linee guida sono: sistema di tutoring, percorsi personalizzati, esercizi interattivi.
In tutto questo c’è un corpo docente che ha bisogno di essere formato. «L’età media degli insegnanti è di 52 anni—dice Devalle —. In Italia ci sono 780 mila docenti, cioè 780 mila casi diversi». L’attività di formazione è, quindi, praticata dagli editori molto di più che dal ministero. Pearson ha una struttura di 25 persone che quest’anno ha fatto un migliaio di incontri, formando circa 20 mila docenti. Tra i 5 e i 6 mila sono quelli formati da Zanichelli in circa 200 incontri, mentre Mondadori Education ha organizzato un servizio chiamato Linkyou e un sistema basato su «insegnanti evangelizzatori». In sostanza sono gli stessi insegnanti, formati dai tecnici della casa editrice, a insegnare i nuovi sistemi ai colleghi.
Cristina Taglietti
http://lettura.corriere.it/primo-giorno-di-e-scuola/



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